Insegnanti sotto pressione: 3 segnali di burnout da non ignorare Come riconoscere i segni del burnout degli insegnanti e prevenirne gli effetti negativi sul benessere e sull'apprendimento
YouLearnt Blog
8 aprile 2024
Rawan Essam
Recensito da: Giulia Bonati
Il burnout degli insegnanti è una problematica sempre più diffusa nel mondo dell'istruzione, con conseguenze che si riflettono anche sui risultati scolastici degli studenti. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive il burnout come un fenomeno occupazionale caratterizzato da tre attributi principali: esaurimento, cinismo e senso di inefficacia. Può derivare da vari fattori tra cui un clima scolastico poco favorevole, la mancanza di risorse o l’assenza di supporto da parte dei colleghi.
Per affrontare efficacemente questa problematica, è essenziale sensibilizzare gli insegnanti sui segnali che possono indicare l'insorgere del burnout. Riconoscere che sentimenti come stanchezza, mancanza di motivazione o esaurimento mentale sono validi è il primo passo per prendersi cura di sé stessi. Di seguito, analizziamo i tre principali sintomi del burnout degli insegnanti.
Nebbia cognitiva
La cosiddetta "nebbia cognitiva” (dall’inglese “brain fog”) descrive uno stato di esaurimento mentale che spesso colpisce chi svolge lavori intellettuali intensi, come gli insegnanti. Si manifesta con difficoltà di concentrazione, problemi di memoria e un generale rallentamento delle capacità cognitive.
Questi sintomi possono portare a dimenticare i nomi degli studenti, perdere di vista scadenze importanti o commettere errori nel controllo dei compiti. Anche attività quotidiane, come seguire un programma scolastico o gestire più attività contemporaneamente, diventano sfide difficili da affrontare. Gli insegnanti che soffrono di questa patologia spesso faticano a trovare le parole giuste o a rispondere prontamente alle situazioni.
Sindrome da stanchezza cronica
Un altro segnale chiaro del burnout è la stanchezza cronica, una condizione in cui la stanchezza persiste nonostante il riposo. Molti insegnanti si trovano sopraffatti dai compiti quotidiani e sviluppano disturbi del sonno: alcuni hanno difficoltà ad addormentarsi, mentre altri si svegliano senza sentirsi davvero riposati.
Questo tipo di stanchezza può essere aggravato da sintomi fisici, come mal di testa, dolori muscolari o articolari, mal di gola e persino episodi simili all’influenza. Spesso, gli insegnanti interpretano questi segnali come normali conseguenze del loro lavoro, ma la ricorrenza di tali sintomi può indicare una condizione più seria.
Sintomi emotivi
Lo stress e la depressione sono tra i sintomi emotivi più comuni legati al burnout. Uno studio ha evidenziato che la depressione è il disturbo psicologico più frequente che contribuisce all’esaurimento professionale. Inoltre, un sondaggio rivela che quasi due terzi degli educatori descrive il proprio lavoro come "sempre" o "spesso" stressante.
Questa condizione emotiva può portare a sbalzi d'umore, difficoltà nella gestione della rabbia e cambiamenti nell'appetito. Alcuni insegnanti sviluppano nuove abitudini, come eccedere nella consumazione dei dolci o, al contrario, perdere l’interesse per il cibo. Tali segnali riflettono il bisogno urgente di ritagliarsi del tempo per il proprio benessere e per rigenerarsi.
Riassumendo, il burnout oltre a incidere sulla vita personale degli insegnanti, si ripercuote sulla qualità dell’istruzione. Per questo motivo, i dirigenti scolastici e i supervisori devono riconoscere la gravità del problema e creare un ambiente di lavoro più solidale. Offrire supporto agli insegnanti, ascoltare le loro difficoltà e favorire politiche che promuovano il benessere sul lavoro non è solo una questione di responsabilità, ma un investimento essenziale per garantire un’educazione di qualità ai bambini.